San Paolino
Paolino di Nola, ovvero Ponzio Anicio Meropio Paolino (Bordeaux, 355 – Nola, 22 giugno 431), è stato un vescovo italiano, di origine francese, venerato dalla Chiesa cattolica come santo. Fu vescovo di Nola nel V secolo. È considerato il patrono dei suonatori di campane, o campanari, poiché a lui è attribuita, per convenzione, l'invenzione delle campane come oggetto utilizzato in ambito ecclesiastico.
Il culto derivante dal Sacco di Roma: la Festa dei Gigli di Nola
Il 24 agosto del 410 Alarico I, re dei visigoti, entrò in Roma e la saccheggiò. Morì in quell'anno Paolo, vescovo di Nola, proprio quando Alarico era alle porte della città. Il popolo dei fedeli, con situazione analoga a quella di Barcellona, invocò: «Paolino Vescovo!», ed egli accettò la carica come in precedenza. Nola fu presa e devastata dai visigoti e gran parte degli abitanti vennero fatti prigionieri. Paolino vendette caritatevolmente tutti i suoi averi per riscattare i prigionieri, compresa la croce episcopale. Quando non ebbe più niente, offrì la propria persona agli invasori per riscattare l'unico figlio di una vedova. Giunto in Africa e venduto come schiavo, divenne il giardiniere del proprio padrone. Un giorno Paolino profetizzò l'imminente morte del re al suo padrone e, condotto innanzi al regnante, questi ne ebbe paura: in un suo sogno, Paolino presiedeva un tribunale di giudici contro di lui. Interrogatolo e scoperta la sua carica di vescovo, il padrone gli disse: «Dimmi quello che vuoi e ti sarà dato». Paolino rispose che non desiderava altro che la liberazione sua e di tutti i nolani con lui. Così avvenne e questi tornarono al loro paese accompagnati da navi cariche di grano. Sulla spiaggia di Torre Annunziata fu accolto assieme ai prigionieri riscattati dai fedeli nolani che portavano e sventolavano mazzi di fiori. Rimane ancora oggi la tradizione dell'accoglienza: ogni anno (il 22 giugno se cade di domenica, altrimenti la prima domenica dopo) a Nola si tiene la Festa dei Gigli in suo onore.
La leggenda
Tradizionalmente la festa trae origine da un racconto che gli stessi Nolani si tramandavano e trascritto, in seguito, da Papa Gregorio Magno un secolo dopo l’accadimento dei fatti. Il racconto è, in breve, questo.
Dopo la presa di Roma da parte dei Vandali, anche Nola fu saccheggiata e molti dei suoi abitanti furono deportati in Africa come prigionieri.
Tra di loro vi era il giovane figlio di una vedova, la quale si rivolse al vescovo di Nola, Paolino, per avere il denaro per riscattarlo. Paolino, avendo già venduto tutto quello che aveva per riscattare altri prigionieri, offrì se stesso.
Si recarono, quindi, in Africa dove il genero del re dei Vandali, accettò lo scambio: prese Paolino come giardiniere e liberò il giovane.
Un giorno, molto tempo dopo, Paolino predisse al re la sua imminente fine e gli rivelò la sua identità di vescovo. Fu così liberato insieme ai suoi concittadini e tutti fecero ritorno a Nola su navi cariche di frumento.

"San Paolino ritorna dalla schiavitù" opera di "Vincenzo Severino" conservata nella cattedrale di Nola
Fu appunto questa liberazione che fece scattare l’entusiasmo dei Nolani che accolsero il loro Pastore in processione con dei gigli (fiori).
Questa cerimonia divenne per i Nolani il modo per commemorare l’avvenimento e omaggiare il loro Santo vescovo. E questo anche dopo la morte del vescovo Paolino, avvenuta nel 22 giugno dell’anno 431 d.C.
Tuttavia, studiosi moderni sono portati a considerare la “festa” come l’assorbimento da parte del “cristianesimo” di un rito pagano, secondo il quale grandi alberi sacrali, probabilmente simboli di fertilità, venivano portati in processione per buono auspicio nel periodo del solstizio d’estate.
bibliografia:
Annali della festa dei gigli (1500 – 1950) parte prima, di Leonardo Avella edito da “Istituto grafico editoriale italiano”